« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

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lunedì 17 gennaio 2011

Biomasse: dossier da ponente

Biomasse: breve dossier sulla nuova grande bufala
da
www.savonaeponente.com

di VALERIA ROSSI – In Italia, si sa, perfino le eccellenti idee rischiano di trasformarsi in boomerang.
Figuriamoci quelle soltanto “buone”, che già in partenza presentano limitazioni e che richiedono attenzioni ben precise.

Le centrali a biomasse, così come sono state pensate e progettate, non erano una cattiva idea: piccoli impianti destinati a bruciare gli scarti di lavorazione delle segherie locali, con utilizzo di una filiera corta, avrebbe permesso di produrre energia e teleriscaldamento con un impatto ambientale limitato e a costi contenuti. E infatti questo succede in Germania, in Finlandia e in altri Paesi che hanno puntato sulle biomasse anche perché dispongono di grandi foreste e di legname praticamente illimitato. In Italia questa condizione non esiste: anzi. Il disboscamento è già stato decisamente eccessivo specie nelle regioni ad alto quoziente di cementificazione (come la Liguria, ovviamente), tanto che la maggior parte dei disastri definiti “naturali”, in realtà di naturale hanno ben poco: è la mancanza di piante e di radici a permettere frane, alluvioni e a volte tragedie anche per poche gocce d’acqua.
Purtroppo l’Italia non sembra MAI in grado di affrontare le nuove sfide – ma anche solo i nuovi progetti – con due criteri: a) il semplice buon senso (anzi, mettiamoci anche il senso della misura); b) la considerazione che qualsiasi nuovo progetto dovrebbe essere affrontato tenendo conto per primissima cosa dell’interesse dei cittadini, del bene della collettività e non dell’interesse del singolo.
Questo, attenzione, NON significa che “nessuno debba guadagnarci”: non vivamo a Puffolandia. Ma significa che si può guadagnare il “giusto”, il lecito, senza sopraffare nessun altro e senza mettere a rischio l’incolumità pubblica.
Questo, in Italia, non succede più: e i motivi sono moltissimi, difficili da semplificare…ma alcuni balzano proprio agli occhi.
Balza agli occhi, per esempio, che i Comuni siano tutti con l’acqua alla gola. Perché? Perché l’eliminazione dell’ICI prima, e i cosiddetti “patti di stabilità” poi, hanno di fatto imposto tagli insostenibili e impediscono alle amministrazioni locali di svolgere efficacemente i propri compiti.
Balza agli occhi che la società italiana (e non “quella mondiale”: il fenomeno è generalizzato, ma da noi è assai peggiore della media) abbia ormai preso la stessa deriva del suo governo: ovvero, mirare al benessere dei pochi non solo ignorando quello dei molti, ma calpestandolo ogni volta che questo possa confliggere con quello privato. Viviamo in un mondo basato non più sulla solidarietà e sul bene comune (valori civili, ma anche valori cristiani), bensì sul mors tua, vita mea.
Ecco perché, in Italia e in particolare nella nostra regione, da un’idea che – pure con qualche riserva – appariva accettabile, come quella delle centrali a biomasse, si è passati ad una corsa al business sfrenato, fuori controllo e in corsa soprattutto verso la rovina.
Rovina che però, prima di essere dichiaratamente tale, rischia di passare attraverso uno spreco mostruoso di risorse pubbliche e – purtroppo – anche attraverso l’aggravamento di un inquinamento già oggi insostenibile..................................

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