« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

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venerdì 19 dicembre 2008

Cip6

Cip6 e Certificati Verdi: via libera per tutti gli inceneritori?
*Un emendamento del Governo sposta alla fine del 2009 la definizione degli impianti in regola per usufruire del Cip 6, dando così il via libera agli incentivi dedicati alle fonti rinnovabili per gli inceneritori “in costruzione”*
Erano stati cancellati, non senza difficoltà, dal governo Prodi. Oggi tornano con prepotenza alla ribalta. Sono gli incentivi agli impianti di incenerimento rifiuti del Cip6. Quegli incentivi che, pagati direttamente da tutti i cittadini ogni volta che saldano una bolletta, dovrebbero essere riservati alle fonti rinnovabili. La finanziaria 2006 del precedente Governo prevedeva che i finanziamenti Cip6 andassero esclusivamente alle fonti rinnovabili, eccezion fatta per gli impianti “operativi” entro il 31 dicembre 2007. Dopo la correzione ad un “refuso” nel testo approvato, il limite venne spostato al 30 marzo 2008. Potevano dunque accedere al finanziamento integrale pochissimi impianti. In prossimità della caduta del Governo Prodi, si diede una deroga per l’impianto di Acerra. Con la caduta del Governo, la legge e le sue scadenze caddero nel vuoto. Dopo aver stabilito lo scorso agosto che, in deroga alle leggi vigenti, gli impianti previsti in territori “in emergenza rifiuti” potranno accedere integralmente ai finanziamenti del Cip6, il Governo Berlusconi prova oggi a modificare la norma e sposta i paletti: potranno accedere al Cip6 gli impianti “in costruzione” al 31 dicembre 2008. Interessante la questione relativa agli impianti siciliani: “Si sta cercando di far passare un finanziamento per gli impianti siciliani, senza che questa Regione abbia mai dichiarato lo stato di emergenza – ci dice *Alessandro Bratti*, membro della commissione Ambiente della Camera – Ci sembra inaccettabile: il Governo vuole per la Sicilia un trattamento “emergenziale” senza pagare lo scotto politico di un’emergenza reale!” Per tutti gli altri impianti futuri, ci saranno i certificati verdi: finanzamenti per quel che riguarda la componente organica dei rifiuti bruciati (che viene ora inclusa nella normativa delle fonti rinnovabili), quantificata come il 51% del totale incenerito. Tale percentuale sarà soggetta a revisione triennalmente. Si riapre dunque la partita Cip6 in tutta Italia. Ad oggi si attende la conversione in legge del DL. “Il governo ha presentato sui Cip6 un vergognoso emendamento, che ci auguriamo il parlamento non faccia passare”. *Stefano Ciafani*, responsabile scientifico di Legambiente “Gli incentivi alle rinnovabili vadano veramente alle fonti pulite – continua Ciafani -. Basta con questo furto, che già ora pesa sulla collettività dai 3 ai 4 miliardi di euro ogni anno, prelevati direttamente dalle bollette elettriche. Estendere a qualsiasi impianto che brucia anche i rifiuti non biodegradabili la possibilità di accedere a questi incentivi è una palese infrazione alla direttiva europea sulle fonti rinnovabili e alla normativa sulla concorrenza. Legambiente ha già presentato ricorso a Bruxelles contro il cip6 ai tre inceneritori in Campania, e certo non esiteremo ora ad allargare la nostra azione contro tutti quegli impianti che usufruiranno dell’ingiusto guadagno elargito dal governo a spese dei cittadini”.

1 commento:

Unknown ha detto...

Dalla seduta della Camera dei deputati del 3 dicembre 2008, si decide in materia di “misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale”

Angelo Alessandri (Lega Nord Padania): …”Vi è, inoltre, l'articolo 9 sui CIP 6. Chi vi parla personalmente è contrario ai CIP 6 tout court. Non li avrei mai previsti fin dall'inizio, in quanto incidono sulla bolletta dei cittadini. È altrettanto vera (e lo dico da leghista) la critica che anche i meridionali in questi anni hanno pagato nella bolletta gli inceneritori del Nord. E si tratta di una cifra quantificata e quantificabile. È anche vero (e da leghista devo dirlo) che quando tutti dovevano realizzare i propri impianti, al nord li hanno fatti mentre al sud no. Questa è una critica a chi ha gestito politicamente il Meridione in questi anni e dobbiamo farla in maniera consapevole, decisa e senza nasconderci la verità.
È inoltre vero - è un ulteriore tassello - che se si parla, in particolare, della Sicilia, non possiamo dimenticare due aspetti. Innanzitutto, non esiste un regime emergenziale come in Campania (ma ci siamo quasi) e in questo momento gli inceneritori sono necessari. Vi è il rischio, come a Salerno, che vada deserta la gara anche con il CIP6 e questo può essere uno strumento affinché la gara venga espletata (ciò non ci sfugge). Abbiamo presente tale aspetto e anche quello secondo il quale i quattro inceneritori siciliani avevano diritto a questi CIP6.

Si è sbagliato, vi sono stati rallentamenti o ci si è scordati di espletare le gare e si è perso il diritto.

In secondo luogo, da leghista, dico che gli amministratori di quella terra andrebbero puniti, ma non possiamo accollarci - purtroppo sono abituato a fare i conti -, se l'emergenza arriva anche in Sicilia, come in Campania, un costo di gran lunga superiore.
È meglio, se possibile, fare di tutto per evitare che l'emergenza in Sicilia sia conclamata.
Un giorno dovremo parlare anche del Lazio, che è un'altra regione sulla quale dobbiamo cominciare a porci qualche problema.
Se risolviamo un'emergenza, non voglio trovarmi a dovere aprire altri fronti emergenziali: il sottosegretario Bertolaso dovrebbe lavorare il triplo.

Trovo giusto, pertanto, che, in questa fase, vi sia la responsabilità di pensare anche ad altre regioni che sono più o meno nella stessa condizione.

Volevo però, a nome del gruppo Lega Nord e anche a titolo personale - lo afferma anche l'Unione europea - che rimanesse a verbale che il CIP6 è un incentivo che comunque non avrebbe ragione d'essere. Entro il 2020 sarebbero scemati, in maniera decrescente, i contributi sulla voce A3 della bolletta (questa era la previsione che avevamo) e, in qualche modo, si sarebbe arrivati alla chiusura. Partiranno i certificati verdi, ma questa è un'altra storia.
In questo caso vi è un'emergenza: la prendiamo come tale, come è avvenuto per quella in Campania, che di fatto fece aumentare le bollette di 1 miliardo 900 milioni.

Con l'emergenza, onorevole Bratti, si può scusare tutto, ma non fino all'inverosimile. Tutto deve essere abbastanza”…



Guido Bertolaso (medico, Sottosegretario di stato): …

”È vero che in altre regioni (per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza) sono stati spesi un sacco di quattrini con risultati scarsi. È anche vero, però, purtroppo che queste valutazioni possiamo definirle abbastanza bipartisan. Fino all'altro ieri, infatti, le regioni dove vigeva lo stato di emergenza non erano certo solo la Campania o la Sicilia, ma anche la Calabria, il Lazio e la Puglia. Se andiamo a fare il conto complessivo dei debiti che abbiamo ereditato dalle diverse gestioni emergenziali, superiamo di gran lunga le cifre che tutti voi avete citato sugli oneri per il contribuente circa l'utilizzo del CIP 6 prossimo venturo nel caso in cui l'articolo 9, così come è previsto, verrà convertito in legge. Questo purtroppo lo posso affermare con cognizione di causa visti i numeri che debbo gestire in ordine all'eredità dei debiti sulla gestione campana.
Tra l'altro, è probabile che nel corso di una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri verrà presa in considerazione la dichiarazione di stato di emergenza per un'altra regione che si trova in una situazione di difficoltà. Sappiamo anche (ed è notizia dei giornali) che nel Lazio si discute sull'opportunità di chiudere la discarica di Malagrotta alla fine dell'anno. Mi auguro che sia solamente polemica politica, perché se si chiudesse la discarica di Malagrotta tra 25 giorni le immagini che purtroppo conosciamo di Napoli e della Campania le vedremmo senza alcun dubbio anche nella capitale del nostro Paese” …”Ricordo che sulle questioni relative ai termovalorizzatori che non sono stati realizzati in Sicilia la Protezione civile fu sempre molto attenta e puntuale. Ricordo anche che, oggi come oggi, se non prevediamo incentivi alla realizzazione dei termovalorizzatori, abbiamo l'assoluta certezza che questi impianti non si faranno. Siccome è utopistico immaginare che i risultati della raccolta differenziata, sia in Sicilia sia in altre regioni, compreso il Lazio, raggiungeranno gli obiettivi che ci prefiggiamo, non vedo al momento molte altre alternative per cercare di bilanciare la situazione ed evitare che, nel corso del prossimo anno o dei prossimi anni, ci si possa trovare di fronte a una vasta parte del nostro Paese in condizioni di assoluta criticità con riferimento allo smaltimento dei rifiuti.
È vero che il CIP6 costa, ma è anche vero che nella nostra bolletta paghiamo anche molti soldi per i rifiuti radioattivi, che non sappiamo ancora dove portare e che pure pesano parecchio. Il problema dello smaltimento dei rifiuti di vario genere, pertanto, richiederebbe forse un'analisi più attenta e ponderata, in modo che alla fine si possa trovare una strategia precisa di lungo termine che possa portare tutto a soluzione”…