« Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale » (Lorenzo Tomatis)

Statuto dell'associazione: http://www.box.net/shared/qiec6uds3c


mercoledì 30 luglio 2008

Lettera aperta all'On.Caparini

Ancora sul Centro Commerciale nella zona Ex Fucinati in Scianica di Sellero: pubblichiamo la lettera aperta inviata dal vicesindaco di Capodiponte all'On.Caparini
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LETTERA APERTA ALL’ONOREVOLE DAVIDE CAPARINI SULL’APERTURA DEL CENTRO COMMERCIALE DI SELLERO

Spett. Onorevole Davide Caparini,
Le scrivo questa lettera aperta, che invierò come comunicato stampa ai giornali locali nei prossimi giorni, per stimolare un dibattito che faccia chiarezza su un problema che, tanto i media quanto le amministrazioni competenti, ostinatamente continuano a tenere nascosto all’opinione pubblica, mi riferisco alla imminente apertura di un centro commerciale in quel di Sellero, presso l’area ex Fucinati.
Scrivo a Lei non per sue responsabilità ma perché la ritengo il politico che, in Valle Camonica, più si è distinto nel dichiarare il proprio impegno verso i problemi concreti dei cittadini e dello sviluppo del territorio, come dimostra il consenso elettorale ricevuto nelle ultime consultazioni.
Io non sono né iscritto né simpatizzante della Lega Nord, per questo la mia lettera potrà sembrare una provocazione, ma ritengo, da amministratore, che sia compito di chi ottiene consenso misurarsi con i cittadini anche sulle scelte più difficili.
Ricapitolando brevemente la vicenda, tanti soldi pubblici sono arrivati a Sellero per realizzare la centrale di teleriscaldamento e la cosiddetta filiera del legno, che doveva ospitare aziende artigianali. Col passare del tempo, provvedimenti amministrativi e cambi di destinazione hanno portato alla situazione odierna, con la centrale a biomassa che ha intrapreso l’iter per arrivare a bruciare rifiuti e l’area ex Fucinati che, sia pur ridimensionata rispetto alla prima ipotesi, è pronta per ospitare un centro commerciale di 2000 metri quadrati (in un paese di poco più di 1000 abitanti!).
Non voglio entrare nel merito delle scelte dell’Amministrazione Comunale, tra l’altro mi sono già sentito rispondere che non sono cose che mi riguardano (sarò strano ma io penso che un comune confinante dovrebbe essere coinvolto in scelte che hanno conseguenze importanti anche sul suo territorio). Penso però che sui metodi e soprattutto sull’opportunità politica di questa operazione qualcosa ai cittadini bisogna dire con chiarezza. Anche perché si continuano a promuovere contributi per i piccoli negozi, che a fronte del proliferare della grande distribuzione sono comunque condannati a chiudere. Questa politica francamente ipocrita disorienta me, come assessore al commercio del mio comune, figuriamoci i cittadini.
Tutto questo premesso mi permetto di sottolineare il silenzio dietro al quale si sono nascoste le istituzioni, limitandosi a lasciare che le cose accadessero senza prendere posizione, continuando a dire di essere attenti ai problemi dei negozi di vicinato, da proteggere per il loro ruolo anche sociale di servizio agli abitanti dei piccoli paesi… ma di fatto favorendo l’insediamento della grande distribuzione, facendo finta di non vedere le tante forzature che stanno dietro questa operazione e soprattutto il danno sociale ed economico che subirà la media Vallecamonica.
Visto che siamo in dirittura di arrivo penso sia giunto il momento di parlare ai cittadini di queste scelte che cambieranno la loro vita e chiarire quali sono le posizioni.
Io sono dalla parte dei commercianti che si sono riuniti in un comitato e hanno intrapreso un’azione legale contro l’apertura del centro commerciale (così come sto con i cittadini che hanno presentato ricorso al tar contro l’autorizzazione a bruciare rifiuti nella centrale a biomassa della tsn).
Gli altri amministratori pubblici competenti da che parte stanno?
Lei, Onorevole, da che parte sta?
Attendo risposte, chiedere è lecito, rispondere è cortesia.
Cordiali saluti.

Sergio Turetti
Vicesindaco e Assessore al Commercio del Comune di Capo di Ponte

Capo di Ponte, 25 Luglio 2008

La filiera del legno che farà chiudere i negozi

Riportiamo il testo di un volantino del Comitato per la difesa dei piccoli negozi della media Valle Camonica relativo alla cosidetta Filera del Legno sorta nella zona Ex Fucinati in Scianica di Sellero.
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Comitato per la difesa dei piccoli negozi della media Valle Camonica

LA FILIERA DEL LEGNO
CHE FARA’ CHIUDERE I NEGOZI


IN VALLE CAMONICA, A SELLERO, NEGLI SCORSI ANNI, GRAZIE A DEI GROSSI FINANZIAMENTI, UN’AREA INDUSTRIALE DISMESSA E’ STATA RISTRUTTURATA PER DIVENTARE LA FILIERA DEL LEGNO E OSPITARE AZIENDE ARTIGIANALI.

AVREBBERO DOVUTO LAVORARE IL LEGNO E PRODURRE COMBUSTIBILE NATURALE PER LA CENTRALE DI TELERISCALDAMENTO, MA SI E’ CAPITO PRESTO CHE LE INTENZIONI ERANO ALTRE.

HA INIZIATO A GIRARE VOCE CHE LI’ CI SAREBBE STATO UN BEL SUPERMERCATO E HANNO APERTO ATTIVITA’ CHE CON IL LEGNO NON HANNO NIENTE A CHE FARE.

ALLA FINE DELLA STORIA LA FILIERA DEL LEGNO SI E’ TRASFORMATA IN UN CENTRO COMMERCIALE E LA CENTRALE A BIOMASSA DIVENTERA’ UN INCENERITORE DI RIFIUTI.

DOPO TANTI SOLDI PUBBLICI SPESI E TANTI PROCLAMI PER IL BENE DELL’AMBIENTE LA VERITA’ E’ VENUTA A GALLA E TANTI PICCOLI NEGOZI NEI PAESI VICINI CHIUDERANNO PRESTO.

IL NOSTRO COMITATO, COMPOSTO DA TANTI COMMERCIANTI DELLA MEDIA VALLE CAMONICA, HA INTRAPRESO UN’AZIONE LEGALE PER DIFENDERE IL PROPRIO LAVORO E IL SERVIZIO CHE I NOSTRI NEGOZI SVOLGONO CON LA LORO PRESENZA ANCHE NEI PAESI PIU’ PICCOLI.

QUELLO CHE VOI POTETE FARE E’ CONTINUARE A FARE LA SPESA NEI PICCOLI NEGOZI, ANZICHE’ CONTRIBUIRE ALLA LORO CHIUSURA.

DEL RESTO ANCHE GLI AMMINISTRATORI PUBBLICI DICONO TUTTI IN CORO CHE BISOGNA DIFENDERE I PICCOLI NEGOZI DALLA GRANDE DISTRIBUZIONE, PERO’…. LO DICONO E BASTA.


COMITATO PER LA DIFESA DEI PICCOLI NEGOZI
DELLA MEDIA VALLE CAMONICA

martedì 29 luglio 2008

giovedì 24 luglio 2008

Beata ignoranza

Un anno e un mese da quando la TSN ha inoltrato domanda in Provincia per poter bruciare anche rifiuti. O mi sono distratto un attimo, oppure la TSN non ha ancora pubblicamente confermato (nemmeno su esplicita richiesta) quanto bolle in pentola... anzi, addirittura, finora solo smentite... meglio che i cittadini vivano nell'ignoranza...

lunedì 21 luglio 2008

A piccoli passi

di Fabrizio Bressanelli
articolo dal notiziario L'ISIGA del CAI Cedegolo del luglio 2008
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Il notiziario L'ISIGA è disponibile al sito seguente:
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Circa due anni fa abbiamo intrapreso la realizzazione del sentiero storico naturalistico di Sellero e Novelle presentato su “Tracce 2007” e inaugurato con un'iniziativa di solidarietà che è stata riproposta anche quest'anno, il 22 giugno. Attendiamo ora che l'auspicata collaborazione tra Amministrazione Provinciale e Club Alpino Italiano si concretizzi per il censimento dei sentieri e la regolarizzazione della segnaletica. Per quanto ci riguarda, il nostro anarchico entusiasmo non scema, continuiamo a pulire, mantenere e tracciare i nostri sentieri montani, anche se non inseriti nel contesto di Parchi o importanti comprensori turistici, con il fondamentale rapporto del volontariato, il supporto logistico della locale Protezione Civile e scarse risorse finanziarie, osservando la sola “politica” dei piccoli passi.
E ai “piccoli passi” dell'alpinismo giovanile è soprattutto rivolto il nostro lavoro, con l'obiettivo di portare i giovani in montagna per far loro conoscere il nostro territorio, le nostre tradizioni, le vestigia ed il retaggio di un passato tanto remoto quanto recente, che va dai graffiti rupestri alle carbonaie, dalle miniere alle malghe, parte di un notevole patrimonio storico, etnografico e naturalistico sovente ignorato.
Nel concreto, per l'estate 2008 intendiamo realizzare il primo tracciato di una palestra di roccia nelle adiacenze del sentiero: una via denominata “Amici” e dedicata appunto all'amicizia ed ai suoi ideali. La vogliamo intitolare a tutti coloro di cui spesso abbiamo sentito la mancanza perché prematuramente e tragicamente scomparsi, resi dolorosamente consapevoli del venir meno dell'abitudine consolidata della loro presenza e del loro sostegno. Gli amici, quelli veri, sono appigli sicuri nella difficile palestra della vita perciò questa dedica ci è sembrata oltremodo opportuna. Intendiamo inoltre ampliare la rete di sentieri fruibili con punto d'appoggio Malga Tambione, proseguendo nella pulizia del sentiero che porta all'albero monumentale del Fò (faggio) sino alla Centrale di Paisco. Vorremmo inoltre realizzare il sentiero degli “Invultì” e un itinerario di collegamento con il Rifugio Baita Iseo di Ono S. Pietro.
Arrivederci sui sentieri.

mercoledì 16 luglio 2008

Segnali di fumo... da Brescia

di Marino Ruzzenenti (Cittadini per il riciclaggio).
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tratto da altraBrescia - l'informAzione
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Il dibattito in corso sui rifiuti campani destinati all’inceneritore Asm appare, ad un osservatore esterno alla “casta”, del tutto surreale. Al solito stridente l’inversione delle parti in commedia fra vecchia e nuova maggioranza in Comune, a conferma del crollo di credibilità di buona parte della politica istituzionale.
È arduo, dunque, districarsi nel polverone del litigio politichese, ma può essere comunque utile tentare un ragionamento sulla base dei dati oggettivi.
Assai peloso è innanzitutto ostentare “scandalo” per le ipotizzate 3.000 tonnellate di rifiuti in arrivo dalla Campania, in un inceneritore che di norma brucia circa 350.000 (trecentocinquantamila!) tonnellate anno di rifiuti speciali ed urbani camuffati da Cdr, per lo più importati da fuori provincia. Per fare l’esempio del 2006, sulla base di dati forniti dalla Provincia, sono state importate circa 25.000 (venticinquemila) tonnellate di rifiuti urbani, sotto forma di Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), ovvero qualcosa di molto simile alle “ecoballe” campane, e circa 100.000 tonnellate di pulper di cartiera, rifiuti speciali, formati prevalentemente da plastiche, contaminati da metalli e intrisi di cloro, insieme ad altre centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali vari, tra cui fanghi da depurazione (di biomasse in senso proprio neppure un chilo!). Addirittura nel 2002 si bruciarono 1.189 tonnellate di rifiuti urbani “tal
quale” di provenienza extra provinciale senza che nessuno facesse una piega. La favola, poi, che la terza linea brucerebbe rifiuti “buoni”, ingannevolmente definiti biomasse, è smentita dalle concentrazioni di inquinanti nelle emissioni (diossine, PCB, metalli tossici, ossidi di azoto, precursori delle micidiali polveri ultrafini) sostanzialmente analoghe per le tre linee (si veda il Rapporto Otu 2004-2005, sul sito del Comune).
Serietà, dunque, imporrebbe ai politici, della nuova e della vecchia maggioranza, di spiegare perché si dice no a 3.000 tonnellate di rifiuti campani, e invece sì all’importazione ogni anno di decine di migliaia di rifiuti urbani travestiti da Cdr e di centinaia di migliaia di rifiuti speciali (tra cui il pulper, inquinante forse più delle ecoballe campane).
Ma la coerenza in politica è ormai un optional, si sa.
Dunque, allora dobbiamo prenderci anche i rifiuti dalla Campania? Ma nemmeno per sogno. E per ben altre e sostanziali ragioni di quelle contorte fin qui messe in campo.
Il problema vero, che tutti fingono di ignorare, è che sciaguratamente Brescia, unica città al mondo, si è dotata di un inceneritore-mostro, di dimensioni tre-cinque volte superiori al “fabbisogno” (ammesso e non concesso che sia necessario incenerire i rifiuti, ma questa è un’altra storia). Quindi, anche aumentando all’inverosimile la produzione dei rifiuti urbani e vanificando la raccolta differenziata, non si riescono a mandare all’inceneritore più di 450.000 tonnellate circa di rifiuti urbani provinciali (più della quantità di dieci anni fa, a dimostrazione del fallimento della raccolta differenziata a Brescia). Ma l’inceneritore ne “deve” bruciare 800.000 tonnellate all’anno, per cui si “devono” importare quasi altrettanti rifiuti da fuori provincia.
Orbene, finché l’inceneritore Asm ha goduto della manna dei Cip6 (circa 60 milioni di euro all’anno di denaro pubblico concessi con la “finzione” che i rifiuti sarebbero energie rinnovabili), era conveniente importare anche rifiuti speciali, pur essendo questi a libero mercato: gli speciali, (ovvero le ingannevoli “biomasse”) hanno un costo per Asm, a differenza degli urbani che rappresentano un ricavo già al conferimento (grazie alla tassa indebitamente imposta ai cittadini).
Ora, però, i Cip6 si stanno esaurendo e far funzionare metà inceneritore solo con gli speciali diventa diseconomico.
Le 3.000 tonnellate dei rifiuti da Napoli in questo contesto hanno senso, dunque, come un primo “assaggio” per verificare la reattività della società bresciana, cioè se ancora una volta è disposta a subire le condizioni imposte da Asm, così come è sempre avvenuto in passato.
Di per sé, quelle 3.000 tonnellate sarebbero irrilevanti, sia per Brescia (come si è detto sopra), sia per la Campania (dove le dimensioni dell’emergenza viaggiano sui milioni di tonnellate). Ma, appunto, rappresentano la breccia per tutto il resto (anche dopo l’entrata in funzione di Acerra, per smaltire le montagne di ecoballe accumulate!). Un business enorme per Asm-A2A, che, non a caso, ha reso disponibili i propri due inceneritori, gli unici candidati ai rifiuti campani rispetto ai 13 impianti operanti in Lombardia.
Per questa ragione bisogna dire di no ai rifiuti campani e, coerentemente, porre subito il problema del ridimensionamento dell’inceneritore di Brescia a due linee e quindi ad una sola linea, bloccando qualsiasi importazione di rifiuti da fuori provincia (sia urbani travestiti da Cdr ovvero “ecoballe”, sia speciali) e riducendo drasticamente i rifiuti urbani da smaltire, con una raccolta differenziata di qualità “porta a porta” e con tariffa premiante i cittadini virtuosi.

martedì 15 luglio 2008

Invultì

Una segnalazione dalla locale Protezione Civile:
"Il giorno 13/07/08 con un gruppo di amici delle Protezione Civile di Sellero abbiamo ripristinato un vecchio sentiero che congiunge la località Viasola, ai famosi involti, costruiti da maestranze locali alla fine della Prima Guerra Mondiale con lo scopo di deviare parte del flusso di acqua dell'asta del torrente Re verso le morene che sovrastano la località di Zinvil. Sembra che tutto questo lavoro in quota a circa 1500mt sia servito a ben poco, perchè una frana avrebbe distrutto poco dopo la fine dei lavori, la presa d'acqua sul torrente."
Chi volesse aggiungersi e dare una mano ai (soliti) volontari non ha che da farsi sentire...












lunedì 14 luglio 2008

Verso il baratro

Riportiamo in seguito due notizie ANSA a cui sui media nazionali non è stata data molta rilevanza. Le conseguenze degli incidenti sono evidentemente tutt'altro che trascurabili, ma pare che su certi aspetti sia meglio minimizzare o, meglio ancora, sorvolare. Come anche nel nostro piccolo, bisogna mostrare solo una faccia della medaglia: è tutto in sicurezza, è tutto un mondo fantastico... a parte qualche piccola parentesi sulle cui conseguenze è meglio glissare. Altro esempio sull'arrivo dei rifiuti campani in Lombardia: arrivano, no siamo contrari, ok c'è il consenso, smentisco, va bene li accettiamo, giammai... vogliamo scommetere su come andrà a finire? Meno il popolo bue è informato, e più è disinformato, più i soliti noti possono fare il bello ed il cattivo tempo. Domanda retorica: chissà chi ci rimetterà?
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Incendi: in fiamme l'impianto di San Vittore
Il rogo e' divampato all'interno del termovalorizzatore
(ANSA) - SAN VITTORE (FROSINONE), 12 LUG - Un grosso incendio e' divampato all'interno del termovalorizzatore di San Vittore (Frosinone). Le fiamme hanno avvolto la struttura poco dopo le 17. A renderlo noto sono i vigili del fuoco del Comando provinciale di Frosinone che hanno ricevuto numerose segnalazioni dagli automobilisti in transito sull'autostrada A1. Sul posto si stanno recando due mezzi dei vigili del fuoco. Ancora non si conosce l'entita' e neppure cosa abbia provocato l'incendio.
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FRANCIA: AUTORITA' BLOCCA CENTRALE NUCLEARE
PARIGI - L'Autorità per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha imposto alla Socatri, società filiale del colosso energetico Areva, di cessare le attività di una delle due stazioni di trattamento nella centrale di Tricastin, nella Francia sud-orientale, dove nei giorni scorsi si era verificata una fuoriuscita di acque contenenti uranio, perché non sarebbe "sicura". La Socatri ha risposto annunciando lo stop alle attività nella stazione indicata, la più vecchia delle due, per cui era comunque prevista la chiusura "nelle prossime settimane" nell'ambito di un piano di modernizzazione. La centrale di Tricastin si trova a nord di Avignone, a circa 300 chilometri dal confine con l'Italia. In un'ispezione tenuta ieri negli impianti di Tricastin, l'Asn ha rilevato che una delle cisterne della struttura colava ancora in un bacino di ritenzione non stagno e che nel canale, ormai secco, in cui si era riversata parte della fuoriuscita accidentale, in caso di pioggia si sarebbe potuta accumulare acqua sufficiente per trascinare di nuovo all'esterno detriti contaminati. Per quanto riguarda le circostanze dell'incidente, in cui durante un trasferimento d'acqua tra due cisterne una paratoia difettosa aveva consentito il passaggio dell'acqua contenente uranio in un bacino di ritenzione crepato da cui la perdita si é diffusa, l'Asn ha parlato di "una serie di disfuzioni e di negligenze umane che non è accettabile".
Criticati in particolare i tempi di reazione dei responsabili della centrale, che pur avendo constatato già alle 23 di lunedì 7 luglio la presenza di fuoriuscite nelle zone vicine, non ha messo in atto un piano di emergenza fino alle 5.30 del giorno dopo. Inoltre, ha denunciato il responsabile Asn di Lione Charles-Antoine Louet, "Il bacino di ritenzione era crepato dal 2 luglio e non è stato riparato, anche se l'azienda sapeva. L'allarme non è stato seguito da un'ispezione sufficiente; i poteri pubblici non sono stati avvertiti presto come avrebbero dovuto". Non è la prima volta che l'Asn critica la gestione della stazione di Tricastin da parte di Socatri. Già nel rapporto 2007 sullo stato della sicurezza nucleare e della radioprotezione nella regione, pubblicato a maggio, si parlava di "perdite ripetute" nel sistema di canalizzazione delle acque usate e "scarti ripetuti" rispetto alle autorizzazioni di scarico di residui chimici e radiologici, e si chiedeva all'azienda di sostituire i sistemi troppo vecchi e "assicurare d'ora in poi una sorveglianza rinforzata".

giovedì 10 luglio 2008

Foto: a spasso nella storia

Al link seguente sono disponibili numerose fotografie relative a "A spasso nella storia", giornata organizzata dal Gruppo Raphael di Sellero.

martedì 8 luglio 2008

TSN: TAR

Settimana scorsa c'è stata la prima udienza per il ricorso al TAR per la questione TSN. Abbiamo ritirato la sospensiva nei confronti della decisione della Provincia in attesa che anche l'ufficio Rifiuti esprima il proprio parere. Riteniamo la VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) un impriscindibile vincolo di legge: inutile nascondere che torneremo all'attacco...
Fra l'altro sull'autorizzazione finora concessa, si dispone che "deve essere evitato ogni danno o pericolo per la salute". Ma la modifica in essere comporterà un'emissione di sostanze tossico-cancerogene come ad esempio, come dichiarato in documentazione prodotta dalla stessa TSN, di diossine (seppur nei limiti di legge). Sarà una magra consolazione per chi ne rimedierà in salute, per chi ci rimetterà ma a norma di legge.
  • Non c'è nessuna necessità per apportare le modifiche richieste da TSN, se non per rimpilzare qualche portafoglio
  • Non si può dichiarare di produrre diossine (ed altro...) e contemporaneamente garantire per la salute e l'ambiente!
  • Non è chiaro come mai la TSN, se effettivamente interessata a bruciare solo "biomasse vergini", non ritiri la richiesta per i rifiuti...

Nel frattempo, venerdi scorso si è svolta una manifestazione contro l'inceneritore di Brescia: la foto parla chiaro



venerdì 4 luglio 2008

Messa Monte Elto

Si segnala:
CON GLI ALPINI LA MESSA AL MONTE ELTO
È una tradizione consolidata quella della messa al Monte Elto a cura del gruppo Alpini di Novelle di SELLERO. Così sabato il capogruppo Alessio Gazzoli chiama a raccolta le penne nere e tutta la gente del paese per ritrovarsi proprio al monte Elto. Il programma: ore 8 ritrovo alla località Paschere e partenza con mezzi verso i Bait del Mela, ore 11 Messa celebrata da don Filippo Stefani parroco di Cevo e sarà accompagnata dal coro Rosa Camuna. Nello spazio feste di Novelle alle ore 20 ci sarà poi la cena aperta a tutti, costo 15 euro.

mercoledì 2 luglio 2008

Solidarietà?

I rifiuti da Napoli a Brescia: dov’è la vera solidarietà?
Brescia, 1/07/2008, COMUNICATO di:
Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
EnergEtica
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”
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È di pochi giorni or sono la notizia che parte dei rifiuti campani verranno intercettati dall’inceneritore di Brescia. Migliaia di tonnellate pronte ad essere inghiottite da un impianto che ha già consolidato la sua capacità di combustione sulle 800.000 tonnellate all’anno di materia.
E pensare che questa solidarietà, nei confronti di una terra violentata in ogni suo anfratto oramai da decenni, qual è la Campania, sembrerebbe quasi meritevole di stima, rispetto. Una disponibilità amorevole, a tratti commovente.
Tuttavia, l’imponente spettacolo rappresentato ad arte dinnanzi ai nostri occhi non è altro che il più classico gioco delle tre carte. Tre carte, per altrettante illusioni.
La prima, quella del “Modello Brescia”, suggerisce che l’inceneritore sia in grado di far progredire in maniera efficace la raccolta differenziata locale. Eppure, dalla costruzione dell’impianto (1998) ad oggi, la r.d. a Brescia è cresciuta di un misero 9%, assestandosi al 35%. Nello stesso periodo, invece, i rifiuti inceneriti sono aumentati del 300%, sintomo di una produzione a monte divenuta quasi inarrestabile. Altrettanto sconcertante è l’entità dei finanziamenti pubblici (CIP6) percepiti dall’azienda fino ad oggi, grazie alla crescente produzione di energia elettrica dai rifiuti: circa 400 milioni di euro, con vergogna sottratti a “norma di legge”, tutta italiana, dal loro ben più auspicabile destino, quello delle vere energie rinnovabili, che ancora stentano a decollare.
Semplici valutazioni già sufficienti, di per sé, a riconsiderare questo “modello” per ciò che in realtà è: il simbolo di una città ultima in Lombardia per differenziata e prima per costo di gestione dei rifiuti e utilizzo di discariche; una città che vanta attualmente il tasso di incenerimento più alto d'Europa e che da anni versa in un’emergenza sanitaria per le emissioni in atmosfera e di gas serra. Brescia non vuole e non deve continuare a fungere da pattumiera d’Italia.
La seconda illusione ci viene dall’emergenza campana. Genera rabbia e sconcerto l’intervista-choc realizzata a Walter Ganapini, assessore all'ambiente della regione Campania, ripresa in un’inchiesta recentemente proposta da RaiNews24. Siti di contenimento non a norma ed altamente inquinanti costruiti negli anni di commissariamento, discariche da tempo ricavate e tuttora inutilizzate, strumenti e macchine mai resi operativi e lasciati a marcire, piani di raccolta differenziata porta a porta mai istituiti ufficialmente. Un devastante ritratto di una "emergenza rifiuti" che perdura, quasi volutamente, nel tempo.
Ne esce una Campania che ha già in sé alcuni importanti mezzi per far fronte alle disperate condizioni in cui versa. Una terra che dovrebbe puntare tutte le sue forze sulla riduzione e sulla differenziazione, per poi procedere con costanza verso la piena applicazione del principio di prossimità e di autosufficienza che è alla base delle politiche ambientali regionali e provinciali di gestione dei rifiuti. Sceglie oggi, invece, di aprire nuove discariche, di costruire nuovi inceneritori, di destinare altrove i propri rifiuti, secondo una politica che a lungo termine ha già prodotto i suoi più disastrosi effetti, dei quali noi stessi siamo complici.
C’è poi la terza illusione, quella della solidarietà. Un atto degno di rispetto, certo. Ma se ostentato al solo scopo di legittimare una pratica insana qual è quella dell’incenerimento, più dispendiosa, inquinante ed energivora rispetto alla riduzione dei rifiuti prodotti e alla raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, perde tutto il suo immenso valore. La Lombardia e Brescia devono ricevere temporaneamente i rifiuti da Napoli solo se separati accuratamente alla fonte, per tipo, per poterli valorizzare e destinare alle varie filiere del recupero di materia minimizzando impatti ambientali, economici, energetici. A tale scopo devono essere attivate sinergie tra industriali del settore del riciclo, selezione e trattamento meccanico biologico per accorciare i tempi di installazione in territorio campano dell'impiantistica necessaria alla selezione e riciclo in loco del 70% almeno dei rifiuti urbani prodotti, riducendo al minimo la quota da destinare a smaltimento nella regione di produzione.
In ultimo, ben altre dovrebbero essere le solidarietà da ricercarsi. Ad esempio quella del Consorzio Priula, che nel trevigiano raggiunge quota 80% di r.d. su un bacino d’utenza di 200.000 persone (la stessa dimensione di Brescia), tramite la raccolta domiciliare con metodo porta a porta. O quella di Novara, passata dal 50 al 70% di r.d. nell’arco di soli 18 mesi, sempre con raccolta differenziata porta a porta, rimozione dei cassonetti stradali e istituzione di una tariffa puntuale, nel principio di chi meno differenzia più paga. O ancora, si potrebbero citare le esaltanti esperienze del Centro Riciclo Vedelago, anch’esso in provincia di Treviso, che riduce la frazione indifferenziata al minimo essenziale, rendendo eccessive perfino le discariche, o del Comune di Capannori, in provincia di Lucca, primo Comune in Italia ad aver deliberato Rifiuti Zero entro il 2020. O perfino di San Francisco, città statunitense da 800.000 abitanti volata oltre il 70% di raccolta differenziata.
Come si osserva, i veri “modelli” ai quali rivolgersi sono purtroppo fuori dalla nostra città. E prendere spunto da loro farebbe un gran bene anche a Brescia, che con Napoli ha molto in comune.

martedì 1 luglio 2008

Pacco e contropacco

In attesa della prima udienza di domani mattina (ricorso al TAR per la questione TSN) che ci riguarda nel nostro piccolo, sul fronte rifiuti a livello nazionale corrono le voci più disparate: chi auspica di spedire i rifiuti da Napoli a Brescia (e verso altri inceneritori del Nord Italia), chi prima delle elezioni era fortemente contrario ed ora si dice possibilista se non addirittura favorevole, a chi ipotizza di inviare direttamente l'inceneritore di Brescia in Campania... visto che l'inceneritore di Brescia pare inquinare in modo non accettabile (ad esempio con la sua produzione di diossine) si è pensato bene di spedirlo al Sud come se laggiù diventasse magicamente salubre per motivazioni coperte dal segreto di stato e difese strenuamente dall'esercito, ma che ai comuni cittadini non devono assolutamente essere svelate lasciandoli nella loro beata ignoranza... Per chiudere il cerchio si procederà, nel caso, con la costruzione a Brescia di un nuovo inceneritore più moderno e più... grande!
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Segue una notizia Ansa (il CNR ha prontamente preso le distanze in quanto le dichiarazioni sono state rilasciate a titolo personale da Noviello)
CNR: INCENERITORE BRESCIA INQUINA? LO SI CEDE A NAPOLI
L’inceneritore più grande del mondo da Brescia a Napoli: secondo Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma, la cittadina lombarda avrebbe proposto di vendere l’intero impianto alla Campania. “L’ho saputo proprio stamattina - ha spiegato Noviello in un incontro a Napoli - La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, cioé meno di quanto serve per completare quello di Acerra”. Una proposta, secondo Noviello, giustificata dal fatto che “quell’impianto sta inquinando l’intera Lombardia. A Brescia non c’é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina”.A chi dice che l’inceneritore di Brescia sia il migliore al mondo, Noviello risponde così: “Quell’impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c’é una delle aziende che ha fatto l’impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite”. L’inceneritore di Brescia è capace di bruciare 750mila tonnellate all’anno ma, conclude Noviello, “i disastri ambientali lì sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la Commissione Europea è intervenuta. E’ incredibile che qualcuno proponga quell’inceneritore come modello”.
NO TERMOVALORIZZATORE, MEGLIO DISSOCIAZIONE
Un no deciso alla costruzione di termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti: a prendere posizione non sono i cittadini della Campania né i vari comitati di protesta ma l’area di ricerca del Cnr. “La soluzione individuata per mettere a regime la gestione dei rifiuti è una non-soluzione”, ha spiegato oggi, ad un incontro al Cnr di Napoli, Ennio Italico Noviello, primo ricercatore dell’area ricerca del Cnr di Roma. “L’incenerimento trasforma i rifiuti da solidi in aeroformi, ma restano tossici e nocivi - ha detto Noviello - E, infatti, in Giappone, uno dei primi paesi a utilizzare questa tecnologia, stanno rapidamente facendo marcia indietro, mentre in paesi come la Francia si sono costruiti un centinaio di piccoli impianti per evitare di sovraccaricare una sola zona”. Dalle critiche il Cnr passa anche alle proposte. Secondo Noviello l’incenerimento dei rifiuti potrebbe essere sostituito con la “dissociazione molecolare, in grado arrivare quasi ad emissioni zero. O come la tecnologia al plasma, capace di rendere i rifiuti materiale totalmente inerte”. “Purtroppo però - conclude - tutto questo non incontra il favore delle istituzioni”. (ANSA)